Che

cha-ching

An imitation of the sound that an antique cash register would make, often used when discussing financial matters or transactions, especially some form of profit. We've posted some excellent sales numbers this holiday season—cha-ching!

che sara, sara

cliché A phrase suggesting that an outcome in the future is uncertain or out of one's control, loosely translated as "whatever will be, will be." This spelling of the phrase is based on Italian, though it is more commonly spelled "que sera, sera," based on Spanish. Well, my application is in the mail, so there's nothing more I can do now. Che sara, sara! A: "How are you not stressed about getting your exam grades back?" B: "Oh, che sara, sara! I studied, I took the tests—what else can I do now?"
See also: ChE, sara

ching

An imitation of the sound that an antique cash register would make, often used when discussing financial matters or transactions, especially some form of profit. We've posted some excellent sales numbers this holiday season—ching!
See also: che

ka-ching

An imitation of the sound that an antique cash register would make, often used when discussing financial matters or transactions, especially some form of profit. We've posted some excellent sales numbers this holiday season—ka-ching! A: "Dude, we could sell this stuff for, like, three times as much on the open market." B: "Ka-ching!"
Farlex Dictionary of Idioms.

Ching!

and Ka-ching!
exclam. the sound of a cash register, said to indicate money or imply a financial motive or success. Just got another big order. Ka-ching! Tell, me what’s important, dude. Ching! Right?

Ka-ching!

verb
See Ching!
McGraw-Hill's Dictionary of American Slang and Colloquial Expressions
See also:
  • cha
  • cha-ching
  • chi
  • ching
  • Ching!
  • ka-ching
  • Ka-ching!
  • meme
  • the N-word
  • list as
References in periodicals archive
Paradiso Dante lamenta che "i dottor magni" trascurano
statuti cittadini che sono soggetti all'instabilita: i
sottili" che "a mezzo novembre / non giugne quel che tu
manchevoli le leggi municipali (leges municipales) che "necessitano
di soddisfare l'istinto, rese lecito attraverso la legge cio che
Ma c'e un altro aspetto importante, evidenziato dalla lucida consapevolezza di Hannah Arendt, che aveva seguito con particolare interesse due grandi ed emblematici processi: quello di Norimberga ove era coinvolto anche Heidegger, accusato di aver favorito il regime nazista, che era il suo primo Maestro ma soprattutto il suo primo amore, e quello ad Eichmann.
Ed e inevitabile che qualsiasi forma di conoscenza 'esterna' al processo provochi distorsioni selettive, rincorra il cosa pensa la gente e non realizzi un accertamento ponderato dei fatti.
E non basta ancora: ogni aspetto che concerne il diritto, in special modo il diritto penale, e materia su cui tutti ritengono di poter dire la loro.
Facile, quindi, scagliarsi contro il processo mediatico in nome del rispetto delle garanzie che presiedono al processo penale.
I giornalisti svolgono una funzione pubblica che e quella della diffusione della notizia.
Con cio Dante venne a rispondere anticipatamente all'obiezione del Bembo, che questa specie di lingua non si parla in veruna citta, poiche la lingua scritta servendo, come abbiamo osservato altrove, ad usi diversi, non e necessario che sia precisamente la stessa colla parlata, come non lo fu forse mai presso verun popolo, ne lo e nemmeno tra i Fiorentini medesimi, bastando che sia intesa comunemente dalla nazione (CESAROTTI, 1943, p.
Accettando il primato relativo dell'idioma delle tre corone fiorentine, il Cesarotti finisce nell'antinomia che nonostante si tratti di un colto idioma italiano, non e inteso comunemente da tutti gli italiani--come ha sostenuto prima--ma che il linguaggio dei grandi scrittori soltanto "s'apprende collo studio" (CESAROTTI, 1943, p.
133) Le intenzioni del programma linguistico del Cesarotti sono dunque radicalmente diverse da quello dei settecentisti e ottocentisti che volevano soltanto correggere qualche parte del Vocabolario della Crusca.
E tempo ormai che l'Italia si affranchi per sempre dalla gabella delle parole bollate (CESAROTTI, 1943, p.
Italiani, voleva io dire, che aspirate al titolo d'illustri scrittori [...], non v'e eloquenza senza stile ne stil senza lingua [...] voi non sarete piu schiavi ne dei dizionari ne dei grammatici, non sarete ne antichisti ne neologisti, ne francesisti ne cruscanti, ne imitatori servili ne affettatori di stravaganze; sarete voi; voglio dire italiani moderni che fanno uso con sicurezza naturale d'una lingua libera e viva e la improntano delle marche caratteristiche del proprio individual sentimento (CESAROTTI, 1969, p.